WANG TA-HAI (1791)»
«Plinio
attribuisce a Zarathustra, fondatore della religione che tuttora si
professa dai parsi di Bombay, la composizione di due milioni di versi.
Lo storico arabo Tabarì afferma che le sue opere complete, eternate da
devoti calligrafi, coprivano dodicimila pelli di vacca. Alessandro di
Macedonia le fece bruciare a Persepoli. Ma la fedele memoria dei
sacerdoti poté salvare i testi fondamentali, che già nel IX secolo
vennero integrati da un’opera enciclopedica, il Bundahish. In questo
leggiamo:
Dell’asino
a tre zampe si dice che sta in mezzo all’oceano e che ha tre crani sei
occhi nove bocche due orecchie un corno. Il suo pelame è bianco, il suo
nutrimento è spirituale, e tutto in lui è giusto. Dei sei occhi ne ha
due al posto degli occhi, due in sommo al capo, e due sulla nuca; con la
penetrazione dei sei occhi soggioga e distrugge.
Delle
nove bocche ne ha tre nella testa, tre nella nuca e tre nei fianchi...
Ciascuno dei suoi crani, posto al suolo, occuperebbe lo spazio di un
gregge di mille pecore, e intorno potrebbero manovrare fino a mille
cavalieri. Quanto alle orecchie, potrebbero contenere il Mazandaran1.
Il corno, d’una materia simile all’oro, è cavo e con mille
ramificazioni. Con questo corno vincerà e dissiperà tutte le corruzioni
dei malvagi.
Dell’ambra
si sa che è lo sterco dell’asino a tre zampe. Nella mitologia del
Mazdeismo, questo mostro benefico è uno degli ausiliari di Ahura Mazdah
(Ormuz), principio della vita, della luce e della verità.»
1 Provincia settentrionale della Persia.
J. L. Borges, Manuale di zoologia fantastica
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