«E Chuckie pensò alla ballata di
Louis Bakey, una storia che il bombardiere non si stancava mai di
raccontare e che l'ufficiale di rotta non si stancava mai di
ascoltare, perché era come un grande spiritual negro che trasmetteva
brividi di rispetto e meraviglia.
La storia di come Louis, superata per
il rotto della cuffia la scuola per bombardieri, si ritrova
nell'equipaggio di un B-52 a una quota di novemila metri sopra il
Nevada Test Site, a simulare lo sgancio di una bomba nucleare di
cinquanta chilotoni.
A simulare, badate bene, mentre un
ordigno vero della stessa grandezza viene fatto esplodere dalla torre
di lancio direttamente sotto il velivolo.
Perché l'idea era, Vediamo come
reagiscono l'aereo e l'equipaggio, il metallo e la carne, al flash,
all'esplosione, allo shock, allo spettacolo e così via.
E se ne vengono fuori più o meno
intatti, forse un giorno lasceremo che sgancino la loro bomba.
Tutto l'aereo è oscurato. Finestrini
schermati da imbottiture coperte di Reynolds Wrap. L'equipaggio ha i
tamponi sugli occhi. Piccoli cuscinetti di nylon che per Louis hanno
l'odore curioso ed eccitante di biancheria intima femminile.
Un volontario paramedico è sistemato
su un sedile con quindici centimetri di cordino e una targhetta tipo
bustina di tè che gli penzolano dalla bocca. Ha inghiottito il resto
del cordino, a cui è attaccata una piccola lastra radiografica
rivestita di gelatina di alluminio, che ora è da qualche parte sotto
l'esofago, per misurare il passaggio delle radiazioni sotto il suo
corpo.
Louis fa il suo finto conto alla
rovescia e aspetta il flash. Un giovane forte e immortale in una
nobile missione.
- Tre, due, uno.
Poi il mondo si illumina. Il corpo
viene invaso da un bagliore che è come il tocco di Dio. E Louis
riesce a vedere le ossa della propria mano attraverso gli occhi
chiusi, attraverso lo spesso tampone piantato sulla sua faccia.
Giro la testa e tutt'intorno ci sono
scheletri che ballano nel flash. L'ufficiale di rotta, l'istruttore
ufficiale di rotta, l'artigliere di coda, povero stronzo. Siamo morti
volanti.
Ho pensato o Signore Gesù. Giuro su
Dio che credevo di essere in paradiso. Il sudore mi scorre a rivoli
sulla faccia e dagli interruttori esce fumo e la detonazione ci
catapulta in su per migliaia di metri, contro le nostre migliori
intenzioni.
Mi sembrava di volare dritto verso il
giorno del giudizio con un reggiseno di nylon incollato alla faccia.
E quando l'onda d'urto ci ha colpito,
siamo stati sbalzati in alto di altri settecento metri, e quell'aereo
enorme si comportava come una foglia in una notte di vento.
E io continuavo a vedere i morti
volanti attraverso gli occhi chiusi, uomini scheletro con knee
bone connected to the thigh bone, I hear the word of the Lord.
E pensavo che, essendo nero, sarei
stato meno trasparente, più impenetrabile. E invece vedevo le mie
ossa attraverso la pelle. Quel flash era troppo brillante per fare
preferenze razziali.
Siamo tutti uguali agli occhi di Dio, e
questo ci serva da lezione.
E c'è il paramedico con il codino che
gli penzola dalla bocca e la mano sula targhetta per non ingoiarlo, e
io riesco a vedere la lastra radiografica attraverso la pelle, le
ossa, le costole e non so cos'altro, e brilla come un'alba sul
deserto.
Quando non corre più rischi a togliere
il tampone e ad aprire gli occhi, Louis apre gli occhi, toglie il
tampone e si fa strada faticosamente fino alla carlinga dove aiuta il
secondo pilota a togliere l'imbottitura termica ed eccola lì, viva e
bianca sopra di loro, la nube a fungo, e ribolle e chiacchiera e
ridacchia come un'onnipotente visione, alla faccia di tutti.
Ho spalancato gli occhi e sono rimasto
così e non si sono mai veramente chiusi. Perché ho visto quello che
ho visto. Quella cosa così grande, grossa e alta sopra di noi. Ed
esplodeva e si gonfiava come non si era mai visto al mondo. E siamo
passati oltre il gambo che saliva rapido, ridendo e chiacchierando,
spingendo la nube su fin dentro la stratosfera.
Nel giro di pochi anni ho perso la
capacità di scrivere a mano. Non riesco a scrivere il mio nome senza
tremiti e scatti. Ormai piscio al rallentatore. E il mio occhio
sinistro vede cose che riguardano il destro.
E questa era la ballata di Louis
Barkley raccontata a mille aviatori nelle basi battute dal vento nei
brevi giorni e nei lunghi anni di costante allerta nel cuore buio e
stoico degli inverni della guerra fredda.»
Don DeLillo, Underworld
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